Finalmente dalla parte del risparmiatore.Niente vendita di prodotti “monomarca”, niente commissioni o provvigioni. Il 17 gennaio il Parlamento ha recepito la Direttiva Europea che regola l’attività di consulenza indipendente. E’ una svolta. Ma che sul mercato c’è già. In Italia siamo abituati a rivolgerci per tutto ciò che concerne la gestione dei risparmi (e cioè come investire acquistando titoli di stato, obbligazioni, azioni, sottoscrivendo polizze assicurative o fondi pensione) a Banche o Promotori Finanziari. All’estero, in paesi molto più sviluppati dal punto di vista della tutela dei consumatori come gli Stati Uniti, da anni si è sviluppata una nuova figura: il consulente finanziario “fee only”. Chi e cosa rappresenta questa figura?Consulente finanziario “fee only” (letteralmente  “solo a parcella”) è un consulente che non guadagna provvigioni, ma bensì emette una parcella periodica per il servizio di consulenza, senza gravare sui guadagni derivanti dagli investimenti. Questo rappresenta un approccio indubbiamente innovativo nel rapporto tra investitore e consulente: il consulente “fee only”, infatti, non è legato ad un Istituto bancario, ed è quindi privo di ogni conflitto di interesse, così come non viene remunerato direttamente dagli Istituti per la promozione di determinati prodotti.Ciò comporta diversi vantaggi per l’investitore: sia in termini di fiducia che di risparmio di costi. Come noto, i costi che gravano sui prodotti finanziari sono di vario tipo (commissioni di negoziazione, di gestione e di performance, provvigioni, ecc.) ma il costo maggiore che il cliente paga è quello di un’errata consulenza. In seconda battuta, le commissioni che gravano sul risparmio gestito e in genere  su tutto il sistema bancario italiano sono tra le più alte d’Europa e servono per remunerare spesso strutture poco snelle e di  conseguenza a scarso valore aggiunto per il cliente.  Il concetto di “costo occulto” è motivato dal fatto che spesso ci sono dei  costi che i risparmiatori sopportano senza esserne a conoscenza. E così ciò che viene percepito come gratuito in realtà si paga salato! Riorganizzare il patrimonio tagliando i costi è fondamentale anche perché è da lì che il consulente trae la propria parcella: dal risparmio che riesce a far realizzare al cliente. Il passo successivo è la corretta allocazione delle risorse, correggendo, quasi sempre, alcuni vizi tipici del portafoglio degli investitori italiani.  Ma la situazione finanziaria di ciascuno non si esaurisce sul fronte degli investimenti. Spesso c’è anche un’altra faccia, quella dell’indebitamento, e in primo luogo dei mutui e dei finanziamenti, che richiedono contrattazione e analisi approfondita.Il Consulente finanziario indipendente rappresenta quindi un approccio nuovo e finalmente dalla parte del cittadino per una gestione efficiente del risparmio.

 

Dott. Giulio Benedetti

Studio Benedetti Dottori Commercialisti

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